Il Museo Effimero della Moda – un viaggio attraverso la moda, i suoi miti e i suoi oggetti iconici dall’800 ad oggi.

Visitato e raccontato per voi dalla vostra Consulente d’Immagine preferita!!!

Palazzo Pitti , ha ospitato nelle sale della Gallaria del Costume la Mostra intitolata: Il Museo Effimero della Moda.  Un insieme di 200 esemplari, tra abiti e accessori, che illustra il grande quanto fugace incanto della moda. Ogni abito, infatti, nella sua vita normale, come in quella di esemplare museale ha un grandissimo potenziale attrattivo, diventa quasi un simbolo di eleganza e appartenenza, ma contemporaneamente già sa che passerà la più parte del suo tempo chiuso, in un armadio o in una vetrina o infine, se è fortunato, in un archivio, e non indossato da chi l’h tanto desiderato, oltre al fatto che, per sua natura, sarà presto passato di moda, e sostituito da un nuovo modello. Questo è uno dei concetti dirompenti che traspaiono da questa mostra e dal percorso che attraversa le 18 sale espositive del palazzo, suggeriti da Andrea Cavicchi, direttore della Fondazione Pitti Immagine Discovery e del CFMI (Centro di Firenze per la Moda Italiana) e Olivier Saillard, curatore della mostra in oggetto e direttore del Palais Galliera Musée de la Mode de la Ville de Paris.

La più bella del Reame | Le maniche sono le ali del cuore

Altre chiavi di lettura sono proposte dall’intitolazione delle sale, come per esempio “Le Maniche sono Ali”, titolo della prima sala, che ospita oggetti adorni di ali, l’elemento più fragile e caduco in assoluto, che diventa da elemento indispensabile, quanto bellissimo, dell’uccello vivo in volo ad abbellimento di nature morte di estrema difficilissima conservazione; esempio sono le calotte e i tuque degli anni 20 e 40 o l’abito da cocktail di Prada 2007.

Un’altra suggestione è offerta dalla sezione “L’azzurro del Cielo” che racconta la mutevolezza della moda paragonandola ai capricci del cielo e del clima. Possiamo vedere, infatti, come un colore nuovo appare così le ombre riflesse nell’infinità dell’orizzonte mutano, come infiniti sono i colori di queste tonalità nei tessuti così lo sono, e ancor di più, nei cieli di tutto il mondo, e tra i pezzi esposti si ammira un sublime Jean-Paul Gautier 2006-7 in jersy di seta blu, uno dei miei preferiti, e un intramontabile Schiapparelli 1947-8 con gonna in taffetà blu cangiante e corpino in organza del medesimo tono.

Il mio blu a Firenze | Palazzo Pitti Museo effimero della Moda La più Bella del Reame
fragilità delle fibre descritta da Lisa Tenuta Consulente d'Immagine| Museo Effimero della Moda

Nelle sale “Il Pericolo della Luce” o “Polvere colore del Tempo,” si affrontano i problemi legati alla conservazione di questi preziosi quanto delicati e per propria natura caduchi e fragili oggetti. La luce li può indebolire, scolorire e solo la completa oscurità li può preservare. Un altro nemico acerrimo dei tessuti è la polvere, che si deposita nelle fibre irrigidendole, indebolendole fino a farle lacerare, mentre i colori si sciupano . Questa triste sorte è toccata al vestito simbolo di questa mostra, ossia l’abito da sposa di Madame Grès del 1960, utilizzato nel film “Qui etes vous Polly Maggio”.

Tra tutti gli esemplari esposti non posso che lodare i pezzi più antichi, come l’abito in velluto verde smeraldo e guarnizioni con perline del 1890 della sarta fiorentina Augusta Cambi, o il sublime abito di Gianfranco Ferrè del 1992-3 in crepe di seta rossa e passamaneria oro, attualissimo ancora oggi, come tutti gli abiti da cocktail di Grès esposti, databili 1945 ma renderebbero omaggio a ogni sihouette anche oggi. Impara del passato guardando al futuro, anche nella moda, è sempre una gran lezione.

La più Bella del Reame | Il Museo Effimero della Moda

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